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Area CNA Prato Città. Convegno per una nuova competitività. Le imprese alle istituzioni “Serve un nuovo modello di business con progetti per fonti di energia rinnovabile, formazione competenze e innovazione del territorio”

A Prato il manifatturiero ed i servizi si confermano ancora i settori trainanti sui quali puntare per attrarre i fondi del Pnrr e soprattutto della nuova programmazione Regionale, così come è necessario puntare su  un piano energetico territoriale, formazione orientata alle competenze di nuovi addetti e al ricambio generazionale, nuove progettualità sulle infrastrutture viarie e trasferimento tecnologico.

Queste, in sintesi, le indicazioni emerse dai circa 200 imprenditori CNA dell’Area Prato Città intervistati su questi temi in occasione dell’iniziativa che ha visto la partecipazione dei vertici di CNA. Il Presidente dell’Area Prato Città Leandro Vannucci, il Presidente di Cna Toscana Centro Claudio Bettazzi e degli ospiti intervenuti: il Sindaco Matteo Biffoni, la Presidente della IIa Commissione Sviluppo economico della Regione Ilaria Bugetti e Stefano Casini Benvenuti, economista già direttore Irpet.

Come sottolineato dal Presidente CNA Claudio Bettazzi: “l’iniziativa è nata dalla volontà di avanzare alla politica proposte concrete di sviluppo territoriale, all’interno di un quadro di opportunità legate sia alle risorse del Pnrr sia ai Fondi strutturali previsti dalla Regione Toscana. Per questo abbiamo svolto un’indagine su un campione di oltre 200 imprenditori per capire quali sono i principali fattori di competitività territoriale da proporre alle istituzioni locali, con l’obiettivo di fare pressing affinché vengano compiuti tutti i necessari passaggi di progettualità condivisa, necessari ad intercettare le imminenti risorse. Abbiamo occasioni uniche ed irripetibili per introdurre tutti i necessari elementi di vantaggio competitivo necessari alla definizione di un nuovo modello di business territorial. Gli effetti della pandemia sul tessuto economico locale sono stati profondi e diffusi e gli ultimi dati sulla produzione industriale  mostrano la maggior parte dei settori con valori molto inferiori al 2019 ai quali si aggiunge una montante incertezza legata ai nuovi fattori. Variabili quest’ultime, che saranno strutturali alla luce di un’economia sempre più globalizzata ed interconnessa. Prato, come molte altre realtà è a un bivio e deve ridefinire il proprio ruolo con un progetto unico e condiviso che non può essere basato sulla tenuta ed il contenimento. Serve un nuovo modello.

Dal canto suo, ha ribadito il Presidente dell’Area Prato Città, Leandro Vannucci: “dall’esito dell’indagine scaturisce una visione chiara degli imprenditori e cittadini associati per rendere l’Area della Città un ambiente di vita e di lavoro attrattivo, alla luce di una congiuntura generale in continua evoluzione a ritmi molto accelerati. Abbiamo davanti scenari, anche nel breve-medio periodo, molto incerti ed imprevedibili, con la responsabilità collettiva di previsione con coraggio e decisione, progettando una direzione certa per la nostra città con l’unico obbiettivo di generare redditività e quindi lavoro.  Nel 2021 la ripresa c’è stata seppur lenta ed asimmetrica e le crisi che stiamo affrontando rappresentano fattori che possono neutralizzare gli effetti positivi della ripresa stessa, basti pensare ai soli aumenti del prezzo dell’energia che oscillano tra il 30-35% in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Dobbiamo essere coscienti che queste dinamiche saranno strutturali e pertanto dobbiamo essere pronti, tutti: imprese, istituzioni, attori territoriali, su progetti unici e condivisi basati su un nuovo modello di produttività. Dobbiamo riconoscere l’importante lavoro svolto, sia a livello di metodo che di contenuti, del Next Generation Prato ed è proprio su questa impostazione che bisogna proseguire con l’attuazione di un Piano di Sviluppo Territoriale, incardinato sulla generazione di reddito da lavoro tramite scelte strategiche in grado di ridisegnare la città nel medio-lungo periodo nelle uniche direzioni possibili: transizione circolare, competenze, efficientamento energetico ed innovazione tecnologica e digitale. In particolare è necessario introdurre politiche energetiche territoriali, l’efficientamento deve partire da scelte amministrative con l’attivazione di Comunità Energetiche tra utenze pubbliche, produttive e private. Questo è possibile con scelte che condizioneranno lo sviluppo anche a lunga distanza e soprattutto con il coinvolgimento di tutti i territori adiacenti. Per questo motivo chiediamo all’Amministrazione di coordinare in un unico processo condiviso di visione e progetti tutti gli stakeholders territoriali, con l’obbiettivo di costruire uno specifico “Accordo di Programma” con la nostra Amministrazione Regionale, partendo dalle specificità del nostro territorio già improntato alle nuove sfide – a partire dall’Hub per il riciclo tessile – perchè a Prato produciamo sostenibilità, e su questo serve la massima convinzione da parte di tutti”.

I RISULTATI DELL’INDAGINE CNA

Le 210 imprese del campione ritengono strategici per lo sviluppo dell’area di Prato i settori manifatturiero (60,5%), Servizi (40%) e Turismo (20%), seguiti da agricoltura (16,7%) e terzo settore (20%) e il 48% degli intervistati ritiene insufficiente o molto insufficiente l’attenzione dei Comuni verso le opportunità legate a Pnrr e Fondi strutturali.

Ma su quali interventi prioritari per lo sviluppo economico locale le istituzioni dovrebbero puntare nel breve periodo? Efficientamento energetico (33,3%), Formazione delle competenze (28,1%), Ricambio generazionale (24,3%), seguiti da sostegno al reddito, digitalizzazione imprese, cultura salute e sicurezza, transizione circolare delle imprese e trasferimento tecnologico.

Alla domanda su quali interventi prioritari le istituzioni dovrebbero puntare nei progetti Pnrr/Fondi strutturali, il campione ha dato delle priorità rispondendo: Sviluppo fonti di energia rinnovabile (38,6%), infrastrutture stradali (34,8%), formazione (19,5%) progetti di rigenerazione urbana (17,1%), banda ultralarga e 5G (10%), oltre a promozione turistica, infrastrutture ferroviarie e progetti di inclusione e innovazione.

SU COSA PUNTANO LE IMPRESE?Dal punto di vista delle imprese, poi, alla domanda su quali interventi strategici hanno previste le aziende in un futuro prossimo, si scoprono obiettivi altrettanto chiari come la formazione del capitale umano (38,9%), la digitalizzazione (34,1%), il passaggio generazionale (27,8%), l’efficientamento energetico (15,1%), l’aggregazione con altre imprese (21,4%), la ricapitalizzazione (12,7%) mentre solo il 5,6% del campione prevede la riduzione e la cessazione dell’attività.

RINCARI ENERGETICI E FONTI RINNOVABILI – Al centro delle preoccupazioni degli imprenditori spicca un tema prioritario: quello dei rincari energetici. Quasi il 70% prevede come conseguenze dei rincari energetici una riduzione dei margini di guadagno, il 19% una riduzione della produzione, l’8,8% prospetta un fermo dell’attività e solo il 2,4% non prevede nessun impatto significativo.

Inoltre, alla domanda se nel 2022 le imprese ritengano di poter trasferire i rincari energetici sui prezzi di vendita, le aziende del campione hanno risposto per il 58,9% Sì ma solo in parte, No per il 30,6% e Sì interamente per il 10,5%.

Ma Prato rappresenta un’area idonea per sviluppare un progetto da fonti di energia rinnovabile (es. impianto biometano, comunità energetiche ecc.) ? Assolutamente sì per il 63% del campione e no per il 37% delle imprese intervistate.

VIABILITA’ –  Infine anche sul fronte delle infrastrutture viarie le aziende hanno le idee chiare: il 48% ritiene infatti inadeguate o insufficienti le connessioni che collegano Prato ai centri maggiori, e sul fronte delle infrastrutture alle quali è necessario dare priorità il 46,7% risponde l’estensione della Tramvia Peretola/Museo Pecci, il 46,2% la riprogettazione della tangenziale, seguiti a ruota dalla riqualificazione del collegamento ferroviario Firenze/Firenze e la terza corsia dell’A11

 

 

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