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Indagine Trend CNA. Bettazzi “Piccole imprese ancora in forte difficoltà. Il distretto deve fare squadra avendo come pilastri l’etica e la sostenibilità”

Bettazzi Claudio, Presid. CNA PRATO 3Indagine della Cna: rispetto al 2014, il primo semestre 2015 evidenzia i segni negativi di tessile e abbigliamento a – 3%, dei servizi a -4,2%. Calano anche i consumi, a -3,3% e restano in negativo gli investimenti -2.8%. Analizzate le contabilità di 772 imprese CNA. 308 delle costruzioni e 185 del tessile

La Nazione 8.03.2016 – PERMANE la stagnazione ed il segno negativo per le micro-imprese pratesi. I dati relativi al primo semestre 2015 rispetto al 2014 sono in calo e mostrano un fatto: il segno meno pesa ancora sulle piccole imprese pratesi con una flessione che ha riguardato tutti gli indicatori-chiave come i ricavi -0,6% rispetto allo stesso periodo del 2014, i consumi con -3,3% e le retribuzioni con -12,3%. E’ il risultato dell’indagine Trend, sviluppata da Istat sui dati contabili delle attività associate a Cna. Un’analisi economica che interessa le aziende fino a 10 addetti, artigiane e non, appartenenti alle costruzioni, ai principali settori manifatturieri e ad alcuni servizi. In particolare a Prato sono state analizzate le contabilità di 772 imprese, di cui 308 delle costruzioni e 185 della filiera tessile (comprensiva di confezioni e maglieria). E sono negativi i dati anche sul fronte degli investimenti, che registrano un -2,8%, comunque meno grave rispetto alla media regionale che tocca il -10,5%. Secondo il presidente CNA, Claudio Bettazzi, «il nostro distretto vive un’economia a due velocità: le grandi imprese hanno agganciato la ripresine, ma il 50% delle piccole e medie restano in difficoltà». E aggiunge: «Non si può vincere la sfida penalizzando l’anello più debole. A Prato non ci sono aziende strutturate in grado di riuscire a fare tutto da sole. Se rimanessero in piedi pochi soggetti potenti, si assisterebbe ad un crollo totale perché le aziende artigiane e manifatturiere rappresentano ancora l’ossatura di questo distretto”.

Per Bettazzi quindi il 2015 si caratterizza per una fase ancora sfavorevole. «I dati avvalorano la tesi di una fase del ciclo economico incerta ed instabile. Non viene ancora agganciata, purtroppo, la tendenza positiva nazionale». A Pesare sulla prima parte del 2015 sono state soprattutto le flessioni dei ricavi del tessile-abbigliamento (-3%) e dei servizi (-4,2%). Di pari passo arretrano di oltre 3 punti percentuali anche i consumi, con conseguente diminuzione dei livelli produttivi e contrazione delle retribuzioni (-12,3%). Segnali incoraggianti, invece, guardando ai rimbalzi di fatturato della metalmeccanica (+ 10,4%) e soprattutto delle costruzioni (+ 15,5%) che hanno vissuto un momento florido anche a seguito degli eventi atmosferici.

«Le piccole e micro imprese rappresentano ancora una base economica fondamentale – spiega Bettazzi – secondo i dati Istat la classe di imprese fino a 9 addetti ne occupa 54.672 su un totale di 88.967, ovvero oltre il 61% degli impiegati nel settore. Anche nel manifatturiero la quota si attesa oltre il 55%». Infine, il settore servizi. L’analisi evidenzia segni più negli investimenti (+ 6,7%) e nei consumi (+4,1%): numeri positivi che, anche in una situazione non facile come quella attuale, dimostrano speranze di crescita.

Uno dei pochi settori con un netto segno più è quello delle costruzioni: crescita dei 15,5% rispetto al 2014, complice la tempesta di vento. “Accogliamo positivamente i risultati delle costruzioni, ma ci chiediamo quanto possa essere sostenibile, perché gli investimenti flettono. Quello che maggiormente ci preoccupa è il settore manifatturiero. La tendenza positiva nazionale non viene aggianciata, e la moda non sembra favorita nell’attuale congiuntura. D’altro canto, a Prato si lavora fino al 12 agosto solo per pagare le tasse. Vanno liberate risorse altrimenti il nostro tessuto produttivo va a morire. Va rivista tutta la partita del credito: prima bastava avere rapporti fiduciari con la banca per avere credito, adesso con i criteri di Basilea avere un mutuo è difficile e così non si fanno investimenti”.

Possibili soluzioni però esistono. A questo proposito Bettazzi ricorda che “ da tempo è stata proposta l’istituzione di un tavolo di confronto su come riorganizzare la filiera. La sfida si vince nel fare squadra, avendo come pilastri l’etica e la sostenibilità”.

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