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Cambio ai vertici di Cna nazionale. Andrea di Benedetto vicepresidente per la Toscana. Claudio Bettazzi farà parte della Direzione

Andrea di Benedetto vicepresidenteUn Presidente, una Presidenza e una Direzione – di cui farà parte anche Claudio Bettazzi – nuove di zecca per Cna nazionale  che il 12 e 13 dicembre ha eletto la nuova governance destinata a guidare l’associazione nei prossimi 4 anni. 300 i delegati che hanno sancito, a Roma,  l’avvicendamento dei vertici nazionali, in rappresentanza di ben  40.000 imprenditori coinvolti nelle assemblee in tutta Italia. Daniele Vaccarino, torinese, classe 1952,  è il 12° presidente nazionale. Sarà coadiuvato da  un team di 8 imprenditori eletti nel gruppo di presidenza in rappresentanza di tutta Italia: il toscano Andrea Di Benedetto, Giorgio Aguzzi,   Fausto Cacciatori, Mauro Cassani, Maria Fermanelli, Luigi Mai, Giuseppe Montalbano e Giuseppe Oliviero.

congresso nazionaleAccanto a loro lavorerà una Direzione nazionale Cna fortemente rinnovata e  composta da 31 presidenti provinciali, 10 presidenti regionali, 6 di altre rappresentanze e ben 32 imprenditrici. Vaccarino, imprenditore meccanico, è figlio d’arte e dal 1987 è amministratore della Carmec srl, presidente della Cna di torino ed ha rivestito l’incarico di vice-presidente della Camera di Commercio del capoluogo piemontese. 

Il rinnovamento dei vertici nazionali è il primo segnale di modernizzazione ormai imprescindibile in una fase storica ed economica tra le più difficili per l’artigianato, colpito da una crisi pesantissima che non ha risparmiato nessuna regione, Toscana compresa.
Proprio la spinta al rinnovamento sarà infatti il tema che caratterizzerà il contributo toscano nella nuova Direzione tant’è che “ripartiamo da noi” sarà il leit-motiv del neo-vicepresidente  e già guida dei giovani imprenditori Cna, Andrea Di Benedetto. Da lui, subito le cifre.
“La recessione si attenua, ma i dati non sono rassicuranti. Dallo studio congiunturale Cna emerge che la Toscana con 112mila aziende ha perso 4.647 unità da giugno 2011 a giugno 2013, con una concentrazione altissima nelle costruzioni (-3.760) Negli ultimi due anni abbiamo registrato anche una mortalità precoce, il 36% di imprese chiude entro i primi 3 anni e a livello occupazionale,  negli ultimi 18 mesi si sono persi 2.800 posti di lavoro. Non solo. In ben 7 province toscane si registrano cali di fatturato di 9-10 punti percentuali: le difficoltà maggiori a Siena e Pisa, seguite da Grosseto, Pistoia e Livorno, mentre meno drastico è stato il calo a Prato (-6%) e a Lucca (-3.7%)”. Detto questo però, prosegue Di Benedetto, “c’è un’altra faccia della medaglia, e parla di imprese toscane che stanno reggendo il passo. Aziende innovative, tecnologiche, creative, che mostrano grande potenzialità e sono in grado di crescere e svilupparsi. A queste dobbiamo guardare per tracciare le strategie future e per chiedere con forza sia al Governo nazionale che alla Regione Toscana una terapia d’urto immediata. Ciò che serve, subito, è lo snellimento burocratico, una riduzione del carico fiscale, il pagamento dei debiti delle p.a. verso le imprese, l’accelerazione di opere pubbliche mentre, in ambito locale, bisogna procedere velocemente alla cantierizzazione delle opere pubbliche e all’utilizzo dei Fondi residui per gli incentivi pubblici rivolti alle reti, all’internazionalizzazione, all’innovazione. Solo così smetteremo di contabilizzare dati negativi e l’artigianato, con tutte le sue eccellenze, tornerà a rialzare la testa anche in Toscana”.

 

 

 

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