Venturi,Cna:”Aiutare le imprese edili. Più credito e meno burocrazia”

Non molla la crisi dell’edilizia a Prato e provincia e, stando all’indagine Trend della CNA,  il settore delle costruzioni registra un pesante -37,6%. Il crollo è confermato dalla Cassa Edile: 300.000 ore lavorate in meno nel 2010 rispetto al 2009 per una perdita del 16% a cui è da imputare il conseguente calo del numero di imprese (- 138 su 549 del 2010) e di addetti (- 586 su 2.017 del 2010). FOTO ADNREA VENTURI
Un quadro realistico dei provvedimenti e delle prospettive, l’abbiamo chiesto ad Andrea Venturi, presidente dell’Unione Costruzioni CNA. A Prato l’edilizia soffre più che altrove. Come mai?

“Le cause principali guardano alla crisi del mercato immobiliare e ai tagli negli investimenti degli enti pubblici, legati ai vincoli del patto di stabilità. A peggiorare le cose ci ha poi pensato il Governo: ritardi dei pagamenti delle p.a., la ritenuta di acconto del 10%, l’allungamento da 5 a 10 anni per la detrazione del 55 % sulle opere per il risparmio energetico, la burocrazia innescata dalla tracciabilità degli appalti. Ma a Prato a preoccupare ancor di più è la debacle dei grandi gruppi –  BTP e altri –  che ha innescato la crisi dell’indotto e creato un vuoto di potere pesantissimo. A questo vuoto intendiamo rispondere avviando una grande fase di ristrutturazione e costruendo un nuovo equilibrio nel settore delle costruzioni. Su questo CNA ha già iniziato a lavorare.
Quale linea sta seguendo la Cna per far fronte a questa situazione?

“L’associazione vuole guardare avanti, in sinergia con le imprese e le istituzioni, per trovare soluzioni e provvedimenti, anche minimi, che sarebbero in grado di dare respiro alle aziende. I progetti e le proposte non mancano e ci rivolgiamo quindi come  unico referente di rappresentanza a tutto il sistema dell’edilizia: dagli imprenditori ai liberi professionisti, dagli ordini professionali alle cooperative, per elaborare per dare risposte e risultati in tempi brevi.
Quali sono le richieste del settore?

“A livello territoriale, serve un intervento forte delle banche a sostegno della liquidità delle imprese edili, impiantistiche, meccaniche che hanno enormi difficoltà ad incassare. Poi puntiamo a dare tempi certi alle realizzazioni ottenendo una velocizzazione sia dell’iter burocratico sugli appalti pubblici, sia del rilascio dei permessi edilizi. Ad esempio, lo sblocco dei fondi destinati alle opere minori di edifici pubblici, cosiddetti appalti sottosoglia, fornirebbero un serbatoio importante e ripercussioni dirette per le imprese locali. Ma non è tutto. Per riattivare il settore immobiliare, guardiamo anche alla creazione di un nuovo modo di fare edilizia, investendo su progetti di “rete di imprese” orientati al “Green Building” e, contemporaneamente, stiamo lavorando per ottenere interventi urgenti di housing sociale, come le agevolazioni sugli affitti e fondi a sostegno dell’acquisto prima casa per giovani o categorie a basso reddito e le realizzazioni di edilizia popolare. Infine, sul fronte del piano casa, chiediamo una collaborazione stretta con le istituzioni visto che oggi a Prato ci sono premesse interessanti che potrebbero aprire nuovi spiragli, anche alla luce dell’ultimo decreto governativo, a patto però che trovino applicazioni reali e non restino solo sulla carta”.

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