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Total Tax Rate CNA Toscana Centro. Calabria: “Al fisco il 61,4% del reddito di impresa”

Il fisco pesa, eccome, e sempre di più sulle piccole imprese italiane: quest’anno siamo al 61,4%, con profonde differenze nella tassazione locale, tanto da far parlare di “pressioni” e non di una sola “pressione fiscale”: è questa la sintesi dei dati contenuti nell’Osservatorio Comune che vai, fisco che trovi, giunto alla quinta edizione e che fotografa la complessa realtà italiana.

Dopo 215 giorni spesi solo per pagare le tasse, dal 3 al 5 agosto le imprese di CNA TOSCANA CENTRO, che rappresenta i territori di Prato e Pistoia, possono iniziare a produrre reddito per se stesse. Il Tax Free Day, il giorno della liberazione dalle tasse, è il frutto dell’indagine dell’Osservatorio fiscale CNA che calcola in 137 comuni italiani, la data fino alla quale gli imprenditori devono lavorare, tutti gli anni, per produrre il reddito necessario ad assolvere agli obblighi fiscali e contributivi. 

La pressione fiscale media sulla piccola impresa tipo italiana, al 61,2% nel 2017 (+0,3%), nel 2018 è destinata a crescere ancora, per raggiungere quota 61,4% per via del previsto aumento della contribuzione previdenziale dell’imprenditore: ad affermarlo è Elena Calabria, Presidente di CNA Toscana Centro, “quest’anno a Prato e Pistoia le scadenze del Tax Free Day corrispondono al 3 ed al 5 agosto – un giorno in più rispetto al 2017. Per più di 7 mesi le aziende non hanno potuto acquisire reddito e per effetto della tassazione nazionale e locale, nel 2018 devolveranno in imposte varie il 59,2% (Prato – al 46° posto nella classifica nazionale) e il 59,6% (Pistoia – al 39° posto) del proprio reddito totale. Solo a ridosso dalle ferie estive, dunque, le piccole imprese possono cominciare a concentrarsi sui propri introiti e sulla propria sopravvivenza”.

Il “salasso”, che negli ultimi anni non ha dato segnali di miglioramento, anzi tutt’altro, è frutto della simulazione effettuata dall’Osservatorio politiche fiscali CNA su un campione di azienda-tipo italiana, con un laboratorio ed un impiegato, 4 operai come addetti e 50.000 euro di reddito d’impresa. “Stando a questa simulazione – prosegue Calabria – possiamo quantificare che nelle nostre due province, tra tassazione nazionale (Irpef, contributi ecc.), regionale e comunale, le imprese di questa tipologia verseranno quasi 30.000 euro in imposte, e resteranno con un reddito di impresa a fine anno pari a poco più di 20.000 euro, vale a dire circa 1.600 euro al mese, una cifra irrisoria e assolutamente insufficiente a consolidarsi e ad investire sulla propria attività”.

Qual è dunque la ricetta della CNA? Mettendo insieme l’aumento della franchigia Irap dagli attuali 13mila a 30mila euro, l’adozione dell’Iri, la detassazione TARI sulle superfici produttive e la totale deducibilità dell’Imu sui beni strumentali, il Total Tax Rate calerebbe al 53,5%. “Non una soluzione definitiva, ma una salutare boccata d’ossigeno per le pmi, e un concreto avvio del percorso per riequilibrare un sistema fiscale insopportabile. Nel quale non solo va ridotta la pressione ma garantita maggiore equità nel prelievo tra i diversi redditi da lavoro; invertita sensibilmente la tendenza a trasferire sulle imprese gli oneri dei controlli, asfissianti per strutture leggere come quelle delle piccole imprese; usata in modo intelligente la leva fiscale per aumentare domanda interna e investimenti”, prosegue Elena Calabria.

E’ inoltre necessario introdurre la Flat tax in modo progressivo e credibile secondo un piano che, sulla base delle risorse rese disponibili attraverso il recupero dell’evasione e la riduzione della spesa pubblica preveda la riduzione delle aliquote IRPEF a partire da quelle più basse del 23% e del 27% ed elimini la discriminazione attuale operata dalle detrazioni da lavoro delle piccole imprese personali.

Questo regime fiscale non è più tollerabile per tutto il sistema produttivo e soltanto attraverso una seria politica di riduzione della pressione fiscale, potremmo finalmente cominciare a parlare di ripresa economica, di investimenti, di capitalizzazione delle imprese e di ripresa dell’occupazione”, conclude Elena Calabria.

 

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