ASSEMBLEA CNA TOSCANA CENTRO – Presentazione 1° Rapporto Economia – “Imprese resilienti ma servono misure e risorse ad hoc per affrontare gli shock finanziari, l’inflazione e l’aumento dei costi”

Un tessuto economico che si dimostra più resiliente nonostante gli shock esterni, con un trend positivo, fatturati in crescita e buone performance settoriali, interessato a strumenti di  finanza agevolata e orientato agli investimenti e anche meno indebitato, più solvibile e patrimonializzato. Tuttavia a fronte delle dinamiche inflazionistiche e dell’effetto dei rincari di energia e materie prime, preoccupano l’assottigliamento dei margini di fatturato e il quadro generale che si prospetta nei prossimi mesi.

Questa, in estrema sintesi, la fotografia sullo stato di salute di oltre 600 imprese di Pistoia e Prato emersa dal 1° Report Economia realizzato da Cna Toscana Centro, con il supporto di Local Global, e presentata in occasione dell’Assemblea annuale che ha visto gli interventi di Claudio Bettazzi, Presidente CNA Toscana Centro, Dario Costantini Presidente Nazionale CNA, Ilaria Bugetti (Presidente 2a Commissione Sviluppo Economico Regione Toscana), e Albino Caporale (Direttore della Direzione Sviluppo Economico Regione Toscana). A moderare il dibattito è stato il Direttore di CNA Toscana Centro Cinzia Grassi. L’evento ha visto anche le testimonianze delle imprese BP Cartotecnica di Paolo Bonelli, 2D Informatica di Lorenzo Sali e Quarrata Fornitura di Roberto Trovi che hanno portato l’esperienza diretta sui temi dell’aumento dei tassi di interesse e oneri finanziari dopo i rincari dei costi energetici e materie prime, degli strumenti di finanza agevolata necessari per sostenere gli investimenti delle piccole imprese e delle innovazioni necessarie alle aziende, anche nell’ottica della nuova programmazione regionale. Presenti all’evento anche i vertici delle istituzioni locali, tra gli altri il Sindaco di Pistoia Alessandro Tommasi e l’Assessore allo Sviluppo economico del Comune di Prato Benedetta Squittieri.

 L’INDAGINE IN SINTESI

IL CAMPIONE – L’indagine TREND realizzata da Local Global per CNA Toscana Centro ha analizzato i bilanci e i dati contabili di 665 aziende associate tra il 2017 e il 2022 (ricavi, spesa per consumi e spesa per retribuzioni), corredando i dati con un’indagine qualitativa online sulle aspettive e le tendenze svolta su circa 500 imprese

CONSISTENZA IMPRESE NELLE PROVINCE DI PISTOIA E PRATO – Sono 56.417 le imprese attive nelle due province di Pistoia e di Prato al 31/12/2022; la variazione complessiva rispetto a fine 2021 è stata pari al -1,3%, dato in linea con la media regionale (-1,2%), ma peggiore rispetto alla media nazionale (-0,7%). Lo sviluppo imprenditoriale complessivo delle due province è il risultato di un andamento moderatamente positivo in provincia di Prato (+0,5%) e di una pesante contrazione in provincia di Pistoia (-3,1%).

DINAMICHE GENERALI – Nelle due province il 2022 ha visto una crescita dei ricavi pari al +6,3%. Dopo il crollo per l’efetto Covid e i rincari generalizzati le pmi mostrano un netto rimbalzo nel 2021 e una stabilizzazione della crescita dei fatturati aziendali nel 2022. Altro elemento positivo viene dalla spesa per nuovi investimenti che presenta una crescita del +9,8% su base annua (2022/2021), dopo l’eccezionale rimbalzo del 2021 (+63,7%; 2021/2020). Inoltre, nelle retribuzioni dei dipendenti si registrano tassi di variazione pari rispettivamente a +14,4% nel 2021 (2021/2020) e +3,4% nel 2022 (2022/2021). Sui consumi si registrano variazioni pari a +16,4% nel 2021 e +31,2% nel 2022 e, l’aumento significativo di alcune componenti di costo, come i consumi, evidenzia il progressivo assottigliamento dei margini operativi aziendali.

TENDENZE SUI RICAVI DELLE IMPRESE – Il generale andamento dei ricavi delle imprese dell’area Toscana Centro (Pistoia-Prato) evidenzia la crescita più alta nel settore delle costruzioni (edilizia e impiantistica) +15,8% su base annua, seguito dalle ottime performance dei servizi (compreso il commercio) con +7,2% (2022/2021). Guardando alle specializzazioni dei “distretti”, si evidenzia nell’area pratese un buon risultato del comparto tessile +9,9%; del comparto cuoio-pelletteria (+17,1%), mentre è negativo e in controtendenza il trend 2022 del settore confezioni-abbigliamento-maglieria (-25,6%). Nell’area pistoiese il comparto della meccanica mostra invece una sostanziale stabilizzazione del fatturato all’interno dei bilanci 2022 (-1,3%). In generale la tenuta del sistema manifatturiero ha comunque beneficiato delle performance positive dell’export delle due province nel 2022: +23,1% export Pistoia e +18,3% export Prato.

FOCUS SUI BILANCI –Si evidenzia un importante rimbalzo dei ricavi aziendali dopo il crollo nel periodo di Covid. La variazione dei ricavi aziendali nel 2021 è stata pari al +40,5% (2021/2020 a prezzi costanti). Alla crescita dei ricavi si è accompagnata la dinamica positiva tanto delle immobilizzazioni (+21,1%) quanto del valore aggiunto operativo (+60,6%). Prendendo poi in considerazione la redditività aziendale emerge un buon andamento dei principali indicatori (si passa dal 29,9%  del 2020 al 34,2% del 2021). Infine sulla “solvibilità” molte aziende hanno registrato buona patrimonializzazione e buoni livelli di coverage, mentre il 38,2% delle imprese si posiziona invece nell’area di “bank dependence” (dipendenza dalle banche).

SPESE PER INVESTIMENTI –Note positive arrivano guardando alla spesa per investimenti, tant’è che nel campione si registra una crescita degli investimenti nel biennio 2021-2022 (+63,7% per 2021/2020 e +9,8% per 2022/2021), con performance differenziate a seconda dei settori. A fine 2022, il totale della spesa per investimenti delle aziende monitorate in quest’indagine si attesta sul livello più alto dal 2017, in crescita del +57,8% rispetto ai livelli pre-covid (2019).

LE ASPETTATIVE DELLE IMPRESE –Le aspettative delle imprese sono evidenziate dal questionario online che ha coinvolto circa 500 imprese associate a CNA Toscana Centro e aveva l’intento di rilevare la resilienza delle pmi nei nostri territori. Il principale indicatore dell’andamento aziendale è certamente il fatturato, che nei primi mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022, presenta un andamento discreto per il 27,5% del campione, un andamento molto buono per il 10,6%, contro un 17,3% che registra una flessione e un 5,7% che segnala una tendenza preoccupante. In generale comunque il 36,9%, presenta un quadro di stabilità rispetto al 2022. Dal punto di vista dei costi, in effetti, la dinamica è piuttosto sostenuta con ben il 55,8% delle imprese che dichiara costi in aumento, quota superiore a quella delle imprese che dichiarano fatturati in aumento pertanto con un’accelerazione della contrazione dei margini già in atto. Il sentiment sul futuro vede una prevalenza di un clima di fiducia (42,5%) rispetto ad uno scenario pessimista (16,7%), con 40,8% che si considera neutro ovvero né ottimista né pessimista e si pone quindi in una strategia attendista, quindi non orientata a stimolare investimeti e occupazione.

INNOVAZIONE E INVESTIMENTI – Negli ultimi due anni buona è stata la propensione all’investimento delle imprese campionate: il 51,8% ha investito in innovazione ed il 21,1% lo avrebbe fatto se ci fossero state le possibilità o le condizioni favorevoli. Guardando poi al futuro l’11,4% intende investire entro il prossimo anno, il 13,7% investirà senza un termine preciso, il 17,8% è propenso ma non sicuro di farlo e il 37,6% non è propenso ma neanche esclude di investire. Di fatto le imprese che hanno programmato l’investimento sono solo circa il 25%, ma un altro 45%, circa, potrebbe essere spinto ad investire. L’innovazione in macchinari e impianti è la più importante forma di innovazione: il 44,4% delle imprese la desidera e la considera importante, tanto che poi ben il 42,3% l’ha anche realizzata, attraverso un investimento effettuato negli ultimi due anni. A seguire troviamo tutti gli altri tipi di innovazione, rispetto alle quali entra in gioco il gap “desiderata/realizzata” che varia a seconda dei casi. In termini di innovazione realizzata troviamo l’innovazione digitale (22%), di prodotto/servizio (17,5%), organizzativa (16,9%), commerciale (9,5%) ed infine di processo (6,1%). Passando al tema della copertura finanziaria degli investimenti effettuati, il quadro finanziario cambia – e anche in modo significativo – dato che il protagonista assoluto in termini di copertura degli investimenti è l’autofinanziamento (incidenza del 63,9%), seguito dal credito bancario (40%). Solo al terzo posto troviamo la finanza agevolata (28,9%). Scendendo infatti nel dettaglio delle difficoltà incontrate nell’ottenimento di crediti agevolati troviamo diverse criticità: problemi di svolgere le pratiche (55,2%) ed i costi delle stesse (44,8%). Le imprese suggeriscono 3 interventi di supporto che potrebbero essere loro particolarmente utili: la segnalazione tempestiva dei bandi (46,9%), un orientamento sugli strumenti e sulle opportunità migliori (38,9%) e l’assistenza per partecipare ai bandi (38,7%). Le aziende chiedono anche di puntare su aspetti intangibili quali le competenze ed il ricambio generazionale.  Sul fronte delle risorse, l’autofinanziamento è ancora la fonte primaria, ma non può essere sufficiente, quindi va di pari passo con il credito bancario, anche se le imprese mostrano interesse per la finanza agevolata e per i fondi di garanzia. Molte imprese sono giustamente prudenti nella decisione di investimento che portano a compimento solo se ci sono condizioni favorevoli, e tra queste vi è l’opportunità di un finanziamento agevolato, la cui importanza come fattore determinante è destinata ad accrescersi data la stretta creditizia e monetaria a cui stiamo assistendo e che probabilmente si consoliderà nei prossimi anni

CONTESTI TERRITORIALI – Con riferimento alla competitività del contesto territoriale, le richieste delle imprese sembrano abbastanza chiare: gli imprenditori chiedono interventi su fattori “tangibili” con una ricaduta indiretta ma concreta sui costi e/o sulla logistica della propria azienda, quali le infrastrutture di collegamento (33,8%) e lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili (30,7%). Viceversa una priorità nettamente minore viene attribuita ad interventi soft, più “di guida politica”, ad “obiettivo largo” e/o di natura riorganizzativa, su cui c’è minor fiducia o su cui si ritiene di lasciare più spazio alla libera iniziativa degli operatori, es. evoluzione organizzativa delle filiere (14,0%), promozione turistica (13,5%) e rafforzamento territori marginali (5,3%).

LE PROPOSTE DI CNA TOSCANA CENTRO

 A presentare le proposte messe sul tavolo della Regione  Toscana e del Governo dall’Associazione sono stati il Presidente di CNA Toscana Centro Claudio Bettazzi e il Presidente Nazionale CNA Dario Costantini che hanno precisato “il mondo della piccola impresa resiste, e questo non era così scontato visti tutti gli shock esterni che abbiamo subito. Tuttavia ci sono degli elementi che sono fonte di preoccupazione, ad esempio il totale di  tasse e imposte che durante l’anno erodono più del 50% dei guadagni delle imprese, o la necessità di un riordino dei 1.982 modalità di incentivi nazionali e locali dei quali solo 18 hanno la copertura finanziaria, oppure il fatto che sul totale degli appalti pubblici solo il 5% viene affidato alle piccole imprese o, ancora, l’assurdità che vede oggi il 55% delle imprese non essere mai pagate nei tempi concordati. Su tutti questi punti CNA mette sul tavolo delle richieste precise per le istituzioni, chiamate a sostenere questo settore economico con tutte le risorse, i bandi e le opportunità possibili da calibrare su misura delle pmi”.

Inoltre Il Presidente nazionale Dario Costantini ha sottolineato “E’ un grande piacere visitare una CNA che nel 2017, attraverso la fusione delle realtà di Pistoia e Prato,  ha messo a terra un progetto di aggregazione unico in Italia per l’importanza delle CNA coinvolte. Un territorio che regala al sistema dirigenti di primo piano che si stanno impegnando e distinguendo. La preziosa ricerca, che viene presentata oggi, da una parte palesa una CNA attenta, con capacità di ascolto dei propri associati, dall’altra ci offre la fotografia di un sistema produttivo che poggia le proprie basi e le proprie prospettive sull’impresa diffusa. Impegno di tutti, quindi, è quello di tutelare gli artigiani e gli imprenditori d’Italia, come meritano per quanto continuano a offrire al Paese”

PROGETTUALITA’, FISCALITA’, CREDITO E BANDI – Le pmi sono resilienti, migliorano la patrimonializzazione e riducono gli indebitamenti, ma per consolidare questi progressi hanno bisogno di strumenti calibrati su di esse. In molti settori la ripresa è di nuovo a rischio per diversi fattori tra i quali la mancata programmazione di strumenti e incentivi di lungo respiro e una pressione fiscale iniqua per cui  le imprese ogni anno perdono più del 50% dei fatturati in imposte, tasse e contributi. Occorre  invertire la rotta, allineando le detrazioni fiscali dall’Irpef, efficientare la gestione territoriale dei rifiuti urbani che consenta una riduzione della TARI, consentire anche alle imprese personali di adottare un sistema di tassazione del reddito allineato a quello delle società di capitali, riformare i criteri per definire i valori commerciali degli immobili strumentali, intervenire sull’accesso al credito rendendolo agile e con tempistiche celeri e anche l’assegnazione delle risorse pubbliche regionali e locali devono essere impiegate in modo strategico per favorire la pianificazione aziendale, la crescita e lo sviluppo delle competenze imprenditoriali.

BUROCRAZIA – Le p.a. devono promuovere politiche che semplifichino gli adempimenti amministrativi e riducano la burocrazia per le imprese. Questo potrebbe includere agevolazioni fiscali, incentivi all’assunzione di personale e semplificazioni normative che favoriscano la crescita e l’accesso al mercato.

COMPETITIVITA’ DELLE IMPRESE – La capacità competitiva del territorio è da ritenersi, oggi, il fattore strategico per la tenuta e il rilancio dell’intera ossatura economica locale. Per CNA è quindi fondamentale attuare un piano di azioni e di bandi mirato a migliorare l’infrastrutturazione del territorio, ad attrarre soggetti privati, pubblici ed economici. L’obiettivo deve essere il raggiungimento di livelli di competitività e di offerta tali da favorire il mantenimento e lo sviluppo degli investimenti esistenti realizzati dalle piccole e medie imprese, anche attraverso progetti di rigenerazione urbana, recupero di aree dismesse da destinare ad attività produttive, realizzazione di impianti di recupero, riciclo e gestione dei rifiuti in grado non solo di rispondere alle necessità di smaltimento sul territorio ma soprattutto di contenimento dei costi, oggi difficilmente sostenibili per il settore produttivo.

RICAMBIO GENERAZIONALE – Il processo di ricambio generazionale, a breve, riguarderà oltre il 28% delle aziende intervistate. Per questo, le istituzioni sono chiamate ad affrontare questa esigenza in maniera concreta e urgente perché, se non supportata da adeguate azioni mirate al ricambio generazionale, l’economia del territorio corre il rischio concreto di perdere intere fette di mercato.

INNOVAZIONE – Su questo tema, CNA ritiene prioritaria la realizzazione di opere, infrastrutture, nuovi servizi a carattere pubblico, che accompagnino e facilitino l’insediamento e lo sviluppo di nuovi servizi innovativi al servizio di attività economiche e in grado di migliorare l’attrattività innovativa del territorio e lo sviluppo delle imprese attive. Il tutto, in un contesto di accompagnamento a processi di riorganizzazione tecnologica e rendendo accessibili nuovi investimenti tecnologici per agevolare l’innovazione di prodotto e di processo.

CONCRETEZZA DEGLI INVESTIMENTI NEI TERRITORI – Dall’indagine è emerso che le imprese credono negli investimenti materiali (strade, trasporti, collegamenti, servizi, cablaggi per innovazione, macchinari ecc.) ma hanno scarsa fiducia negli investimenti pubblici in beni immateriali. Ecco perché le pubbliche amministrazioni devono impegnarsi in sinergie e progettualità fattibili e tangibili, devono realizzare le opere progettate, devono evolversi, innovare, e trovare nuove forme progettuali, a partire dal miglioramento delle condizioni ambientali, ma anche dalla generazione di strumenti di attrattività che favoriscano l’insediamento di attività imprenditoriali.

COMPETENZE – I temi inerenti il capitale umano sono tra i più cogenti sui nostri territori. A Pistoia e Prato, dove si registra un’attività degli istituti tecnici e professionali con più iscrizioni rispetto alla media nazionale e regionale (oltre un terzo degli studenti di Prato e Pistoia), non vengono soddisfatte le aspettative delle imprese che richiederanno a breve oltre 10.000 operai, 3.000 tecnici e 1.000 impiegati. La pesante carenza di manodopera è stata così evidenziata dal 2° Report CNA sul Mismatch e va detto che molti giovani oggi hanno difficoltà a tracciare il proprio futuro, se non adeguatamente formati e messi in condizione di fare esperienze pratiche nelle imprese. Per questo è necessario rafforzare gli investimenti orientati a coinvolgere i giovani in percorsi mirati al “saper fare” e all’autoimprenditorialità, a partire anche dalle nuove generazioni di immigrati. Le attuali politiche per la gestione dell’immigrazione in Italia non sono efficaci per supportare la necessità di forza lavoro. Si auspica che sia possibile rivedere numeri e metodologia nella gestione dei flussi e si sposti la priorità delle politiche verso il bilanciamento del saldo della popolazione in età lavorativa, con l’ingresso programmato di competenze selezionate e l’attivazione di strumenti efficaci per l’integrazione lavorativa dei migranti

Dal canto loro i rappresentanti della Regione Toscana, Ilaria Bugetti e Albino Caporale, hanno accolto l’appello lanciato dalle pmi artigiane e sono entrati nel merito delle misure e delle risorse che la Regione Toscana ha programmato per intervenire a favore del sistema economico nei prossimi 7 anni mettendo sul piatto cifre consistenti con, ad esempio, i Patti integrati di area (50 milioni destinati alla prima fase) oppure i fondi strutturali che prevedono risorse per 1 miliardo e mezzo solo per il prossimo anno. La volontà della Regione è dunque quella di calibrare le misure a sostegno delle filiere produttive fatte di micro e piccole imprese, e di lavorare insieme alle associazioni per produrre quelle progettualità imprenditoriali in grado di attrarre queste risorse e di incidere positivamente sul sistema economico regionale.

SCARICA QUI L’INDAGINE INTEGRALE E LE SLIDE DI PRESENTAZIONE

REPORT Economia 2023 CNA TOSCANA CENTRO

SLIDE – Indagine qualitativa su aspettative e tendenze. 1o Report Economia CNA Toscana Centro 07.07.2023

SLIDE – Analisi CNA Trend e Focus sui Bilanci – 1° Report Economia CNA Toscana Centro 07.07.2023

 

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